così le case diventano opere d’arte
dalla Repubblica del 27 maggio 2007
“Così le case diventano opere d’arte”
scritto da Marco Petroni
Uno sguardo indiscreto in alcune abitazioni di Bari rivela quanta creativa passione segna l’ esperienza degli interior designer pugliesi, almeno di quelli più all’ avanguardia. I lavori di questo composito gruppo di progettisti sembrano aver intrapreso un percorso che mira decisamente a produrre spazi del desiderio. Ne nascono ambienti unici, che custodiscono una propria autenticità. Gli spunti e i riferimenti estetici arrivano dal mondo dell’ arte e da quel flusso ininterrotto di immagini che sono le metropoli contemporanee. I protagonisti di questa tendenza intendono la casa come corpo, come una rete di linguaggi che intrecciano messaggi diversi. Così Francesco Mancini, talentuoso architetto barese, fotografa questo approccio, anche emozionale: «Mettere in forma ciò che scaturisce dai sensi, oggettivare le sensazioni, questa è l’ idea da cui si generano le mie dimore. La casa è una seconda pelle, plasmata sui corpi di chi la abita. Funzione ed estetica si intersecano creando la struttura portante che si combina a una attenta psicologia dell’ abitare. Cerco di provare un interesse quasi spasmodico per le abitudini, le manie, le paure, le gioie di chi vi abita. Le mie dimore sono luoghi pensati per vivere: spigolo e curva, eros e tenerezza, pensiero e corpo sono le modalità dell’ essere». Improntato a una spiccata libertà creativa appare anche il lavoro di Simmaco Sorbo, architetto formatosi al Politecnico di Milano con Corrado Levi, poliedrico protagonista della cultura del progetto contemporaneo. Un segno sintetico, quello di Sorbo, che combina arte, decorazione e geometria. Nella ristrutturazione di un interno del murattiano ha espresso un delicato gioco di bilanciamento tra estroversione e introversione. Fra contaminazioni e citazioni di sapore surrealista ne emerge un intervento in bilico tra compimento armonico e caos. Più classicheggiante in apparenza si presenta il progetto di una villa di Domenico De Palo, enfant terrible del design made in Puglia. Ispirati ad una bellezza arcadica, gli interni della residenza riprendono i colori di questo paesaggio ideale, esaltati da tagli di luce alle pareti. Il giovane designer di Corato sa cogliere l’ impalpabile spazialità dell’ architettura con un sapiente dosaggio della luce, ultima frontiera tra il banale e l’ essenziale. Più geometrica e con un climax di derivazione olandese si sviluppa la casa/studio disegnata da Moodmaker, ensemble di promettenti architetti baresi. Chiamati ad impersonare nuove esigenze di abitabilità, hanno risposto offrendo al committente un prodotto sofisticato. «Un volume trapezoidale a doppia altezza – afferma uno di loro, Marcello Mininni – è il contenitore di questo intervento, realizzato nel cuore di un quartiere residenziale. L’ idea è stata quella di creare uno spazio vivibile a tre dimensioni: una grande scatola racchiude al suo interno un insieme di volumi più piccoli, dotati di una propria personalità. A una idea di ambiente classico, si sostituisce uno spazio contemporaneo che si sviluppa come cluster (grappolo) di ambienti a forte proiezione verticale». Dal design essenziale si profila, infine, la residenza su due livelli disegnata dall’ architetto terlizzese Antonio Tempesta. Giocata sull’ idea di confine da abitare, evidenzia uno spazio attraversato da una scala sospesa che ritaglia nella sua leggerezza un chiaro omaggio al genio di Franco Albini, celebre protagonista del mondo del progetto moderno. E’ l’ ulteriore esempio della sensibilità creativa che anima tutte le case visitate. A conferma che il design degli interni più recente, abb«ndonato il rigore minimalista, si avvia anche in Puglia a intraprendere un processo di ricerca più libero, capace di modificare tendenze e gusti consolidati.
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